La titolarità dell'album dal vivo è
condivisa con il complesso «I Nomadi». Canzone per un'amica
è l'altro titolo di In morte di S.F., così come Atomica è
L'atomica cinese, entrambe già presenti su Folk Beat n. 1.
Tutte le canzoni sono di Francesco Guccini, la cui paternità
di alcuni brani non era stata ancora riconosciuta ai tempi
dell'uscita di questo live. Esecuzioni musicali: Francesco
Guccini (chitarra e voce), Juan Carlos «Flaco» Biondini e
Marco «Jimmy» Villotti (chitarre) e «I Nomadi»: Augusto
Daolio (voce), Beppe Carletti (tastiere), Chris Dennis
(violino e chitarre), Paolo Lancellotti (batteria), Umberto
Maggi (basso). Arrangiamenti collettivi. Produzione di Pier
Farri per Francesco Guccini e di Dodo Veroli per «I Nomadi».
Coordinamento artistico: Renzo Fantini. Registrato dal vivo
al «Kiwi» di Piumazzo (Mo) e al «Club 77» di Pàvana (Pt) nel
novembre 1979 da Umbi Studio Mobile. Masterizzato da
Marcello Spiridioni. Mixato da Giulio Bramonti, Dodo Veroli
e Bruno Tibaldi. Foto di copertina: Michele di Lernia.
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Canzone per un'amica
Lunga e diritta correva la strada, l'auto veloce correva
la dolce estate era già cominciata vicino lui sorrideva,
vicino lui sorrideva...
Forte la mano teneva il volante, forte il motore cantava,
non lo sapevi che c'era la morte quel giorno che ti
aspettava, quel giorno che ti aspettava...
Non lo sapevi che c'era la morte, quando si è giovani è
strano
poter pensare che la nostra sorte venga e ci prenda per
mano, venga e ci prenda per mano...
Non lo sapevi, ma cosa hai sentito quando la strada è
impazzita,
quando la macchina è uscita di lato e sopra un'altra è
finita, e sopra un'altra è finita...
Non lo sapevi, ma cosa hai pensato quando lo schianto ti ha
uccisa,
quando anche il cielo di sopra è crollato, quando la vita è
fuggita, quando la vita è fuggita...
Dopo il silenzio soltanto è regnato tra le lamiere contorte:
sull'autostrada cercavi la vita, ma ti ha incontrato la
morte, ma ti ha incontrato la morte...
Vorrei sapere a che cosa è servito vivere, amare, soffrire,
spendere tutti i tuoi giorni passati se così presto hai
dovuto partire, se presto hai dovuto partire...
Voglio però ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi,
voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora
sorridi e che come allora sorridi...
(torna su)
Atomica
Si è levata dai deserti in Mongolia occidentale
una nuvola di morte, una nuvola spettrale che va, che va,
che va...
Sopra i campi della Cina, sopra il tempio e la risaia,
oltrepassa il Fiume Giallo, oltrepassa la muraglia e va, e
va, e va...
Sopra il bufalo che rumina, su una civiltà di secoli,
sopra le bandiere rosse, sui ritratti dei profeti,
sui ritratti dei signori
sopra le tombe impassibili degli antichi imperatori...
Sta coprendo un continente, sta correndo verso il mare,
copre il cielo fino al punto dove l' occhio può guardare e
va, e va, e va...
Sopra il volo dei gabbiani che precipitano in acqua,
sopra i pesci che galleggiano e ricoprono la spiaggia e va,
e va, e va...
Alzan gli occhi i pescatori verso un cielo così livido,
le onde sembra che si fermino, non si sente che il silenzio
e le reti sono piene
di cadaveri d'argento...
Poi le nuvole si rompono e la pioggia lenta cade
sopra i tetti delle case, tra le pietre delle strade,
sopra gli alberi che muoiono, sopra i campi che si seccano,
sopra i cuccioli degli uomini, sulle mandrie che la bevono,
sulle spiagge abbandonate una pioggia che è veleno
e che uccide lentamente, pioggia senza arcobaleno
che va, che va, che va, che va, che va!
(torna su)
Noi non ci saremo
Vedremo soltanto una sfera di fuoco,
più grande del sole, più vasta del mondo;
nemmeno un grido risuonerà e solo il silenzio come un
sudario si stenderà
fra il cielo e la terra, per mille secoli almeno,
ma noi non ci saremo, noi non ci saremo.
Poi per un anno la pioggia cadrà giù dal cielo
e i fiumi correranno la terra di nuovo
verso gli oceani scorreranno e ancora le spiagge
risuoneranno delle onde
e in alto nel cielo splenderà l'arcobaleno,
ma noi non ci saremo, noi non ci saremo.
E catene di monti coperte di nevi
saranno confine a foreste di abeti:
mai mano d' uomo le toccherà, e ancora le spiagge
risuoneranno delle onde
e in alto, lontano, ritornerà il sereno,
ma noi non ci saremo, noi non ci saremo.
E il vento d'estate che viene dal mare
intonerà un canto fra mille rovine,
fra le macerie delle città, fra case e palazzi che lento il
tempo sgretolerà,
fra macchine e strade risorgerà il mondo nuovo,
ma noi non ci saremo, noi non ci saremo.
E dai boschi e dal mare ritorna la vita,
e ancora la terra sarà popolata;
fra notti e giorni il sole farà le mille stagioni e ancora
il mondo percorrerà
gli spazi di sempre per mille secoli almeno,
ma noi non ci saremo, noi non ci saremo,
ma noi non ci saremo...
(torna su)
Per fare un uomo
E cade la pioggia e cambia
ogni cosa,
la morte e la vita non cambiano mai:
l' inverno è tornato, l' estate è finita,
la morte e la vita rimangono uguali,
la morte e la vita rimangono uguali...
Per fare un uomo ci voglion vent'anni,
per fare un bimbo un' ora d'amore,
per una vita migliaia di ore,
per il dolore è abbastanza un minuto,
per il dolore è abbastanza un minuto...
E verrà il tempo di dire parole
quando la vita una vita darà
e verrà il tempo di fare l' amore
quando l' inverno più a nord se ne andrà,
quando l' inverno più a nord se ne andrà...
Poi andremo via come fanno gli uccelli
che dove vanno nessuno lo sa,
ma verrà un tempo e quel cielo vedremo
quando l' inverno dal nord tornerà,
quando l' inverno dal nord tornerà...
E cade la pioggia e cambia ogni cosa,
la morte e la vita non cambiano mai:
l' estate è passata, l' inverno è alle porte,
la vita e la morte rimangono uguali,
la vita e la morte rimangono uguali...
(torna su)
Primavera di Praga
Di antichi fasti la piazza vestita
grigia guardava la nuova sua vita,
come ogni giorno la notte arrivava,
frasi consuete sui muri di Praga,
ma poi la piazza fermò la sua vita
e breve ebbe un grido la folla smarrita
quando la fiamma violenta ed atroce
spezzò gridando ogni suono di voce...
Son come falchi quei carri appostati,
corron parole sui visi arrossati,
corre il dolore bruciando ogni strada
e lancia grida ogni muro di Praga.
Quando la piazza fermò la sua vita,
sudava sangue la folla ferita,
quando la fiamma col suo fumo nero
lasciò la terra e si alzò verso il cielo,
quando ciascuno ebbe tinta la mano,
quando quel fumo si sparse lontano,
Jan Hus di nuovo sul rogo bruciava
all'orizzonte del cielo di Praga...
Dimmi chi sono quegli uomini lenti
coi pugni stretti e con l'odio fra i denti,
dimmi chi sono quegli uomini stanchi
di chinar la testa e di tirare avanti,
dimmi chi era che il corpo portava,
la città intera che lo accompagnava,
la città intera che muta lanciava
una speranza nel cielo di Praga,
dimmi chi era che il corpo portava,
la città intera che lo accompagnava,
la città intera che muta lanciava
una speranza nel cielo di Praga,
una speranza nel cielo di Praga,
una speranza nel cielo di Praga...
(torna su)
Dio è morto
Ho visto
la gente della mia età andare via
lungo le strade che non portano mai a niente,
cercare il sogno che conduce alla pazzia
nella ricerca di qualcosa che non trovano
nel mondo che hanno già, dentro alle notti che dal vino son
bagnate,
dentro alle stanze da pastiglie trasformate,
lungo alle nuvole di fumo del mondo fatto di città,
essere contro ad ingoiare la nostra stanca civiltà
e un dio che è morto,
ai bordi delle strade dio è morto,
nelle auto prese a rate dio è morto,
nei miti dell' estate dio è morto...
Mi han detto
che questa mia generazione ormai non crede
in ciò che spesso han mascherato con la fede,
nei miti eterni della patria o dell' eroe
perchè è venuto ormai il momento di negare
tutto ciò che è falsità, le fedi fatte di abitudine e paura,
una politica che è solo far carriera,
il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto,
l' ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col
torto
e un dio che è morto,
nei campi di sterminio dio è morto,
coi miti della razza dio è morto
con gli odi di partito dio è morto...
Ma penso
che questa mia generazione è preparata
a un mondo nuovo e a una speranza appena nata,
ad un futuro che ha già in mano,
a una rivolta senza armi,
perchè noi tutti ormai sappiamo
che se dio muore è per tre giorni e poi risorge,
in ciò che noi crediamo dio è risorto,
in ciò che noi vogliamo dio è risorto,
nel mondo che faremo dio è risorto...
(torna su)
Auschwitz
Son morto con altri cento, son morto ch' ero bambino,
passato per il camino e adesso sono nel vento e adesso sono
nel vento....
Ad Auschwitz c'era la neve, il fumo saliva lento
nel freddo giorno d' inverno e adesso sono nel vento, adesso
sono nel vento...
Ad Auschwitz tante persone, ma un solo grande silenzio:
è strano non riesco ancora a sorridere qui nel vento, a
sorridere qui nel vento...
Io chiedo come può un uomo uccidere un suo fratello
eppure siamo a milioni in polvere qui nel vento, in polvere
qui nel vento...
Ancora tuona il cannone, ancora non è contento
di sangue la belva umana e ancora ci porta il vento e ancora
ci porta il vento...
Io chiedo quando sarà che l' uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare e il vento si poserà e il vento si
poserà...
Io chiedo quando sarà che l' uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare e il vento si poserà e il vento si
poserà e il vento si poserà...
(torna su)
Noi
Quando i cieli diventano più scuri e in bocca hai solo
rabbia
e piove solo sabbia per le strade e sui muri
c'è bisogno di gente molto forte per fare assieme il viaggio
che inizia non sai dove e passa cento porte.
Noi che lasciamo tutto,
noi per volare in alto,
noi per cercare una città
dove i cieli non sono così scuri e le strade hanno suoni
e vedi sogni e immagini nelle strade e sui muri.
Quando i cieli diventano più scuri e in bocca hai solo
rabbia
e piove solo sabbia nelle strade e sui muri
c'è bisogno di gente molto forte per fare assieme il viaggio
che inizia non sai dove e passa cento porte.
Noi che lasciamo tutto,
noi per volare in alto,
noi per cercare una città
che non ha tempo, ma solo prati verdi e il cielo a
vibrazioni
e la pioggia a canzoni esiste solo... nana nanana
esiste solo... nana nanana
esiste solo... nana nanana
esiste solo... nana nanana
esiste solo...
(torna su)
Statale 17
Statale 17, il sole cade a picco,
tre giorni sulla strada, nessuno che mi carichi, nessuno che
si fermi
mentre tu chissà se aspetti me,
mentre qui l'asfalto che si scioglie brucia i tacchi alle
mie scarpe:
sono a terra, senza un soldo, chissà mai se arriverò da
te...
Statale 17, com'è lunga da far tutta,
romba svelto l'autotreno, questo cielo ancor sereno sembra
esplodere d'estate
mentre tu chissà se pensi a me,
mentre qui mi sento solo al mondo senza un cane che mi
cerchi:
son sudato e sono sporco, chissà mai se arriverò da te...
Statale 17, sembri esplodere di sole,
Statale 17, alzo il dito inutilmente,
Statale 17, lungo nastro di catrame:
la gente bene dorme, sei deserta all'orizzonte
a quest'ora non c'è un cane che mi voglia prender su...
Statale 17, sei triste nella sera,
non alzo più la mano, cammino piano piano sulla strada ormai
deserta
mentre tu chissà se aspetti ancora,
mentre qui la strada che si sperde sembra un letto di
cemento:
sono mortalmente stanco chissà mai se arriverò da te...
(torna su)
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